Narghilè, meglio o peggio di una sigaretta?

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Quando si parla dei danni del fumo, di solito la mente corre alle sigarette, ai sigari, alle pipe, alle e-cigarette e ai riscaldatori di tabacco. Tuttavia, spesso dimentichiamo un’altra forma di fumo voluttuario: il narghilè, noto anche come pipa ad acqua o hookah. Questo strumento antico, ha radici nel subcontinente indiano e nelle regioni orientali del Mediterraneo, ma oggi è diffuso anche in Occidente e negli Stati Uniti. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista Tobacco Control nel 2018, il suo successo è attribuibile a vari fattori, tra cui gli aromi accattivanti, una maggiore accettabilità sociale e la sottovalutazione dei suoi effetti tossici.

Di recente, dopo una bellissima serata fatta a fumare narghilè con un amico, mi sono chiesto se fumare il narghilè faccia davvero male. Per mia ignoranza ovviamente la prima risposta è stata “ma noooo!!”, perché ignorandone il funzionamento, consideravo l’acqua un filtro e che quello che stavo respirando fosse vapore acqueo aromatizzato.

Consapevole di non essere sicuro di quanto la mia mente stesse elaborando, ho deciso di fare qualche ricerca e mi sono imbattuto in un articolo di Oggi Scienza (che vi consiglio di leggere), che vi riassumo di seguito.

La letteratura scientifica dimostra chiaramente che il narghilè è tutto tranne che privo di effetti tossici, e in alcuni aspetti, potrebbe essere persino peggiore delle sigarette. Ad esempio, la durata di una sigaretta è di solito tra i cinque e i sette minuti e consente 8-12 tiri, mentre una sessione di narghilè dura tra i venti e gli ottanta minuti, con 50-200 tiri. Questo significa che durante una sessione di narghilè, si può inalare la stessa quantità di fumo equivalente al consumo di circa 100 sigarette.

La tossicità del narghilè non è solo dovuta alle sostanze presenti nel tabacco, ma anche al processo di combustione. Nel narghilè, il carbone brucia il tabacco, il fumo passa attraverso l’acqua in un contenitore, si raffredda e si umidifica, per poi essere inalato attraverso un tubo. Questo processo aggiunge ai pericoli la presenza di nanoparticelle ossidanti che danneggiano i polmoni e una quantità significativamente maggiore di monossido di carbonio rispetto alle sigarette tradizionali.

Uno studio pubblicato sulla rivista Circulation ha rivelato che il monossido di carbonio derivante dal fumo di narghilè è circa 10 volte superiore a quello delle sigarette. Inoltre, il fumo di narghilè espone i consumatori agli idrocarburi policiclici aromatici, molecole altamente cancerogene, sia quando è preparato con tabacco che quando è privo di esso.

Gli effetti sulla salute sono preoccupanti. Studi, sebbene con alcuni limiti nella metodologia, hanno dimostrato che il narghilè causa danni al sistema respiratorio, cardiovascolare, alla cavità orale e ai denti, molto simili a quelli causati dal fumo di sigaretta. A breve termine, si riscontra un aumento della frequenza cardiaca e della pressione sanguigna, mentre a lungo termine, l’esposizione a queste sostanze tossiche può portare allo sviluppo di malattie croniche e forme di tumore.

È importante notare che il fumo passivo del narghilè è anch’esso pericoloso, con sostanze tossiche presenti nell’ambiente circostante. Inoltre, il narghilè è spesso percepito come meno nocivo rispetto alle sigarette, un’errata percezione che potrebbe spingere i giovani e i non fumatori a iniziare con il narghilè, creando un rischio di transizione verso il consumo di sigarette.