Le 5 Ferite dell'Anima
Le 5 Ferite dell'Anima

Le 5 Ferite dell’Anima – Lise Bourbeau

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Lise Bourbeau è un’autrice canadese che ha sviluppato il concetto delle Cinque ferite dell’Anima e le relative maschere che indossiamo per proteggerci da queste ferite, come parte del suo lavoro sulla crescita personale e sulla guarigione emotiva. Queste ferite rappresentano traumi emotivi subiti durante l’infanzia che influenzano la vita adulta di un individuo. E per ognuna delle quali, ogni qualvolta un evento esterno le stimoli, indossiamo una maschera.

Per guarire dalle ferite dell’anima, Bourbeau consiglia di diventare consapevoli delle proprie emozioni e dei propri pensieri, e di sviluppare una relazione amorevole con se stessi. È anche importante lavorare sulla propria autostima e sul proprio senso di sicurezza, al fine di evitare di indossare la maschera che crediamo proteggerci da questa ferita.

Inoltre, Bourbeau sottolinea l’importanza di accettare e perdonare se stessi e gli altri per superare questi traumi e avanzare verso una vita più felice e appagante.

Lavorare sulle proprie ferite dell’anima può essere un viaggio difficile, ma anche molto gratificante e con la consapevolezza e l’accettazione, credo sia possibile guarire da questi traumi e vivere una vita piena di amore e felicità. Di seguito provo a farti una breve sintesi del stupendo lavoro della Bourbeau. Ovviamente ti consiglio di leggere il libro per provare anche tu a procedere nel tentativo di guarire queste ferite.

Identificare le ferite e le relative maschere

• Quando si attiva la ferita da RIFIUTO, indossi la maschera del fuggitivo. Questo fa sì che tu voglia fuggire dalla situazione o dalla persona che credi responsabile del rifiuto, per paura di essere colto dal panico e sentirti impotente. Tale maschera può anche convincerti a diventare il più possibile invisibile, ritirandoti in te stesso, non dicendo o non facendo nulla che possa far sì che tu sia maggiormente respinto dall’altro. Questa maschera ti fa credere di non essere abbastanza importante per prendere il tuo posto, di non avere diritto ad esistere come tutti gli altri.

• Quando si attiva la ferita da ABBANDONO, indossi la maschera del dipendente. Essa ti fa diventare come un bambino piccolo che ha bisogno di attenzione, che la cerca piangendo, lamentandosi, o sottomettendosi a ciò che accade, in quanto credi di non potercela fare da solo. Tale maschera ti fa fare l’impossibile per evitare di essere lasciato, o per ottenere maggiore attenzione. Può addirittura convincerti ad ammalarti, o a diventare vittima di vari problemi, pur di ottenere il supporto o il sostegno che cerchi.

• Quando si riattiva la ferita da UMILIAZIONE, indossi la maschera del masochista. Questa ti fa dimenticare i tuoi bisogni così da pensare soltanto a quelli altrui e diventare una brava persona, generosa, sempre pronta a rendersi utile, anche al di là dei tuoi stessi limiti. Fai in modo di caricarti sulle spalle responsabilità e impegni di gente che pare avere difficoltà nel rispettare ciò che deve fare, e questo ancor prima che te lo chiedano. Fai del tuo meglio per renderti utile, sempre per non sentirti umiliato, sminuito. Così facendo fai in modo di non essere libero, cosa che sarebbe così importante per te. Ogni volta che il tuo agire è motivato dalla paura di provare vergogna di te stesso o dalla paura di sentirti umiliato, è segno che indossi la maschera del masochista.

• Quando vivi la ferita da TRADIMENTO, indossi la maschera del controllore che ti fa diventare diffidente, scettico, in guardia, autoritario e intollerante, a causa delle tue aspettative. Fai di tutto per mostrare di essere una persona forte, di quelle che non si lasciano fregare facilmente, soprattutto che non si lasciano influenzare dagli altri. Questa maschera ti fa fare cose incredibili pur di evitare di perdere la tua reputazione, anche al punto di mentire. Dimentichi i tuoi bisogni, e fai quello che va fatto perché gli altri ti pensino affidabile, una persona nella quale possono aver fiducia. Questa maschera fa sì che tu proietti una facciata di persona sicura di sé, anche se non hai fiducia in te stesso, e rimetti spesso in discussione le tue decisioni o le tue azioni.

• Quando è attivata la ferita da INGIUSTIZIA, indossi la maschera del rigido, che fa di te una persona fredda, brusca e secca tanto nel tono quanto nei movimenti. Proprio come il tuo atteggiamento, anche il corpo si irrigidisce. Questa maschera ti fa diventare anche un gran perfezionista, e ti fa vivere tanta collera, impazienza, critica, intolleranza nei confronti di te stesso. Sei molto esigente, e non rispetti i tuoi limiti. Ogni volta che ti tieni sotto controllo, che ti trattieni o che sei duro nei confronti di te stesso, è segno che hai messo la maschera del rigido.

Ecco alcuni mezzi che ti indicheranno se le tue ferite sono sulla via della guarigione.

• La ferita da RIFIUTO (IL FUGGITIVO) è in via di guarigione quando prendi sempre di più il posto che ti compete, quando osi affermare te stesso. Inoltre, se qualcuno pare dimenticare che esisti, riesci ad essere comunque a tuo agio. Ti accadono molto meno situazioni in cui temi di essere colto dal panico.

• La ferita da ABBANDONO (IL DIPENDENTE) è in via di guarigione quando ti senti bene anche da solo, e cerchi meno l’attenzione altrui. La vita è meno drammatica. Hai sempre più voglia di cominciare progetti nuovi, e puoi continuare anche se gli altri non ti appoggiano.

• La ferita da UMILIAZIONE (MASOCHISTA) è in via di guarigione quando ti concedi il tempo di verificare le tue necessità prima di dire di sì agli altri. Ti fai carico di molte meno cose, ti senti più libero. Smetti di creare dei limiti per te stesso. Sei anche capace di fare domande senza sentirti uno che disturba, se non addirittura un rompiscatole.

• La ferita da INGIUSTIZIA (IL RIGIDO) è in via di guarigione quando ti permetti di essere meno perfezionista, di fare errori senza entrare in collera o avere un senso di critica. Ti permetti di mostrare la tua sensibilità, di piangere davanti agli altri, senza perdere il controllo e senza paura del giudizio altrui.

• La ferita da TRADIMENTO (CONTROLLORE) è in via di guarigione quando non vivi più tante emozioni nel momento in cui qualcuno o qualcosa disturba i tuoi piani. Molli la presa più facilmente

A seconda della maschera, differiscono il modo di parlare e la voce: 

• il fuggitivo ha una voce spenta, debole;
• il dipendente usa una voce infantile e un tono lamentoso;
• il masochista finge spesso con la voce di provare dei sentimenti, per dimostrare interesse quando non lo prova;
• il rigido parla in modo piuttosto meccanico e trattenuto;
• il controllore ha una voce forte, che si sente da lontano.

Differisce anche il modo di ballare:

• il fuggitivo non ama particolarmente la danza. Quando balla, si muove poco, in modo evanescente, per non farsi notare. Ciò che ne emana, è un “non guardatemi troppo”;

• il dipendente preferisce i balli che prevedono il contatto fisico, in modo da potersi incollare al partner. A volte gli sembra di restare appeso all’altro. Ciò che emana da lui è un “guardate come il mio partner mi ama”;

• il masochista ama molto ballare, e ne approfitta per esprimere la propria sensualità. Balla per il piacere di ballare. Ciò che ne emana è un “guardate come posso essere sensuale”;

• il rigido balla molto bene e ha ritmo, malgrado la rigidità delle gambe. Fa attenzione a non sbagliarsi. È quello che più spesso si iscrive a un corso di danza. I super rigidi sono serissimi, se ne stanno dritti e sembra quasi che contino i passi mentre danzano. Ciò che ne emana è un “guardate come ballo bene”.

• il controllore prende molto spazio. Gli piace ballare e ne approfitta per sedurre. Soprattutto la cosa gli offre un’occasione per farsi guardare. Ciò che ne emana è un “guardatemi”;

Che tipo di macchina preferisci? La descrizione che segue ti indica quale personalità, in te, influisce sulla scelta:

• il fuggitivo preferisce una macchina con i colori scuri, che passa inosservata;

• il dipendente preferisce una vettura confortevole, diversa dalla norma;

• il masochista sceglie una macchina piccola, dove si sente allo stretto;

• il rigido preferisce un’automobile classica, dalle buone prestazioni, perché vuole che corrisponda a quanto ha speso.

• il controllore compra una macchina potente, che verrà notata;

Il modo di sedersi indica che cosa accade in una persona mentre parla o ascolta:

• il fuggitivo si fa piccolo piccolo sulla sedia, e gli piace molto nascondere i piedi sotto le cosce. Dal momento che non è radicato in terra, può allora più facilmente fuggire;

• il dipendente sprofonda nella poltrona o nella sedia, oppure si appoggia a qualcosa, per esempio al bracciolo della sedia vicina, o alla spalliera della sua. La parte alta della schiena è inclinata in avanti;

• il masochista si siede a gambe larghe. Dal momento che perlopiù sceglie una sedia o una poltrona non adatta a lui, sembra sia scomodo;

• il rigido si siede ben dritto. Può addirittura serrare le gambe una contro l’altra, e allinearle al corpo, il che accentuerà ulteriormente la rigidità del suo portamento. Quando incrocia gambe e braccia, è per non sentire quello che accade.

• il controllore si siede inclinando il busto all’indietro, con le braccia incrociate quando ascolta. Quando è lui a parlare si china in avanti, per meglio convincere il suo interlocutore;

Le Paure

• La più grande paura del fuggitivo è il panico. Non se ne rende conto perché si eclissa appena prima che il panico lo colga, e molto spesso nel caso in cui il panico potrebbe essere possibile. Le persone che lo circondano, invece, se ne accorgono benissimo perché sono gli occhi a tradirlo quasi sempre.

• La massima paura del dipendente è la solitudine. Lui non la vede, perché fa del suo meglio per non stare mai da solo. Quando però questo accade, egli può darsi ad intendere che da solo sta bene, senza accorgersi affatto che è sempre alla febbrile ricerca di qualcosa che lo tenga occupato per passare il tempo. In assenza di una presenza fisica saranno la televisione o il telefono a tenergli compagnia. Per le persone che lo conoscono, è più facile vedere e soprattutto percepire questa sua grande paura della solitudine, anche quando è in mezzo alla gente: anche nel suo caso sono gli occhi tristi a tradirlo.

• La massima paura del masochista è la libertà. Non si crede e non si sente libero a causa dei molti vincoli ed obblighi che si è creato da solo. Le persone che lo circondano, invece, lo considerano liberissimo, perché in generale trova il modo di fare ciò che aveva deciso di fare. Non aspetta che gli altri si manifestino per prendere le sue decisioni, e anche se ciò che decide gli impedirà di essere libero, agli occhi degli altri avrà tutta la libertà di decidere altrimenti, se volesse. I suoi occhi spalancati sul mondo ci mostrano un grande interesse per tutto e il suo desiderio di vivere tante, diverse esperienze.

• La più grande paura del rigido è la freddezza. Ha difficoltà a riconoscerla perché si considera una persona calorosa, che fa davvero del suo meglio perché tutto sia giusto e armonioso intorno a sé. È anche, in generale, fedele alle sue amicizie. Le persone che lo circondano, però, vedono spesso in lui la freddezza, e non soltanto negli occhi, ma anche nel suo atteggiamento secco e rigido, soprattutto quando si sente accusato ingiustamente.

• Le massime paure del controllore sono la dissociazione e il rinnegamento. Non si accorge di creare egli stesso situazioni di conflitto o problematiche allo scopo di non parlare più con una data persona. Sebbene attiri a sé separazioni o situazioni in cui rinnegherà qualcuno, non si accorge di averne paura. Anzi, si dà ad intendere che queste separazioni o questi rinnegamenti sono la cosa migliore per lui. Pensa che così non si farà più fregare. Il fatto che sia un tipo socievole e che si apra facilmente a nuove conoscenze gli impedisce di vedere quante persone ha messo da parte nella sua vita. Le persone che lo circondano se ne rendono conto più facilmente. Anche qui, sono gli occhi a tradirlo: diventano duri e possono quasi fare paura, tanto da allontanare gli altri quand’è in collera.